Aλς – Forme di vita nasce dal desiderio di poter fare di ogni luogo un teatro; nasce
dall’intuizione di un personaggio ambiguo, arcaico o ancestrale, che danza per sfumare
e far incontrare i contorni delle nostre visioni, dei nostri sogni e bisogni.

Il cuore di questo progetto risiede nella semplice possibilità di abitare un luogo pubblico per mezzo del gesto danzato, con l’intenzione di innaffiare e coltivare un pezzo di strada, di piazza o di parco con movimento, voce, letture ed immagini.
È dagli incontri fatti in strada durante una prima sperimentazione in fase pandemica, e soprattutto dalle domande ricevute dai bambini incuriositi, che è nato Aλς, personaggio ambiguo e multiforme, dotato di una maschera e di oggetti di lavoro. Al valico tra essere umano, vegetale o animale, essere familiare o inimmaginabile, Aλς integra in sé diversi elementi, ne parla e li trasforma, restituendo in una dimensione performativa la possibilità di cadere in un luogo senza tempo.

Si racconta che i greci inizialmente non conoscevano il mare, ma che lo nominarono als, che propriamente significa sale, probabilmente solo dopo averne assaggiato la materia*. Il personaggio con cui in questi anni ho abitato le strade di paesi e città per mezzo del gesto danzato, è profondamente ispirato a questo aneddoto. Immaginare il luogo da cui origina una parola è per me strettamente legato all’immaginare il luogo in cui eravamo prima ancora di nascere. Una parola, un gesto, inteso come ciò che articola e scandisce un tempo e uno spazio, creando un prima e un dopo, donando significato e rendendo visibile il circostante. Da qualcosa di informe sorge un ritmo. Da un ritmo una forma e un senso. Cosa eravamo ancora prima di essere nati, e cosa saremo quando non saremo più? È sull’immensità di questo immaginario che si muove Aλς, personaggio che richiama alla natura, ad un tempo arcaico, ad una materia mutevole, instabile e che, nonostante tutto non può fare a meno di manifestarsi nell’esperienza del suo presente. Relazione e interdipendenza da tutto ciò che rientra nel campo percettivo, Aλς è l’occasione per stare nell’ascolto di un elemento e di tutto ciò che questo ha da narrare.

Come ha detto una spettatrice di una delle performance site-specific di Aλς – Forme di vita: «la presenza di questo personaggio pensavo nascondesse una timidezza, ma poi ho capito che era lì per vivere il luogo e dirmi: guarda che cosa c’è»

*Giorgio Ieranò, professore di Letteratura greca presso l’università di Trento, scrive: che il popolo greco non conoscesse il mare «lo deduciamo dal fatto che il termine principale per designare il mare in greco, thalassa, ha un’origine ignota, non indoeuropea. Deve essere la parola che i nuovi arrivati sentirono pronunciare dagli indigeni, quando chiesero come si chiamasse quella scintillante distesa d’acqua. Più tardi anche i greci impararono a nominare il mare. Lo definirono als, che propriamente significa sale: evidentemente per capire di cosa si trattasse, avevano deciso di assaggiarlo»
– Giorgio Ieranò, Arcipelago; isole e miti del Mar Egeo –

[Nel suo percorso Als è stato accolto da Verdecoprente 2021 (TR), Alla fine della città (RM), La_campeggia Fs (BO), Bianco Teatro – Ticonzero, CinemaèDanza (AR)]